
G.F. Valdagno che scivola via in una giornata uggiosa di pioggia e freddo e tradisce le previsioni meteo riportate nei giorni scorsi e soprattutto le aspettative di chi si giurava protagonista. La giornata si presenta difficile sin dalle prime ore; la pioggia la fa da padrone, il vento e il freddo ci fanno ricordare le difficili strade del "nord", dove si corrono le corse che fanno la storia di questo sport. E' proprio in queste condizioni che la tempra, il carattere, la capacità di affrontare le difficoltà deve emergere; chi riesce interpretare il ciclismo come una "missione" dove il lavoro, l'allenamento, la voglia di migliorarsi e la passione identificano il ciclista che vince le battaglie, prima contro sè stesso e poi contro gli altri. E' lo sport e solo pochi riescono a carpirne i significati più reconditi. La cronaca di ieri mi vede testimoniare, mio malgrado, l'arrivo di solo due dei nostri protagonisti: Burghy e Zangu. Il primo si classifica 579 su 715 sul percorso medio e da il senso ad una prova che è giusto al crocevia di una momento difficile dell'atleta per le vicende note. A lui va solo il monito che, a parte il risultato, la prova sostenuta sia l'inizio di nuovi stimoli per il futuro. Il secondo è l'eroe della giornata. Zangu ha sostenuto una grande prova, mettendosi in gioco sino in fondo, contro tutto e contro tutti. Il difficile antagonismo con Gigetto, la crisi di fame che l'ha colpito nella salita di Quargnenta, la caduta nella discesa verso Valdagno, sono alcune delle difficoltà che ha dovuto affrontare durante questa domenica.

La rivalità annunciata nei giorni scorsi, che prometteva fuochi d'artificio, si è rilevata nulla. Il giovane di Cavazzale, che ci aveva fatto sognare con prestazioni fuori dal comune nelle diverse sedute d'allenamento, paga lo scotto di un deficit caratteriale che lo ha contraddistinto anche nel passato. Carattere, invece, che non manca al Zangu che sin dalla crisi di fame ha saputo reagire. Nella discesa che porta a Valdagno, cadendo, è riuscito a rialzarsi con l'orgoglio di chì ha dovuto e saputo affrontare cadute molto peggiori. In quel momento nella mente gli si sarà sicuramente balenato quanto accaduto il 23 aprile 2007, quando in una funesta giornata al Giro di Sardegna, egli si ruppe il femore. L'odore dell'asfalto, il dolore per le botte riportate, gli indumenti strappati, gli hanno dato la percezione di quanto già vissuto, ma oramai appartenente al passato. Il presente è un altro e ci dona l'immagine di un atleta che sa interpretare la gara con uno spirito di altri tempi e con la visione futuristica di uno sport intrinseco di valori ed etica. Ma torniamo ai numeri della giornata: Zangu si è classificato alla posizione 164 su 265 classificati a quasi 28 di media. Per i numerosi tifosi che lo seguono nelle sue imprese (compreso il famoso "diablo tino rossonero" di cui si registra la presenza nel percorso), mi accingo ad assicurarli che il loro campione sta bene e promette di dare il suo meglio anche nelle prossime prove per meritare sempre di più la loro stima. Per la cronaca riporto un comunicato stampa di Nino pervenuto oggi in redazione: "a 24 ore dal ritiro la considerazione che mi viene è che sarebbe bastata un pò di attenzione in più perchè tutto fosse andato per il verso giusto. Quindi il rammarico è alto. Però prendo questo evento come una lezione che mi insegna a non trascurare nulla. Piccola consolazione è aver imparato qualcosa". Ritengo che questa bagno di umiltà del giovane "Petacchi" è la premessa ad un futuro che egli può guardare con serenità perchè, con questa premessa, i risultati non potranno sicuramente non arrivare. La stessa consapevolezza d'intenti sarebbe bella vederla nel giovane di Cavazzale. Ultimi fatti di cronaca: la mancata presenza di Beppo che si premia con una giusta e meritata giornata di riposo dopo svariate giornate di allenamento e il Tom Bonet non pervenuto.......!!!!!
1 commento:
.. beh intanto direi che il "giovane di cavazzale" dovrebbe utilizzare la propria bici al massimo quale cancello da posizionare all'entrata del condominio ove risiede, magari dotandola di una buona automazione Faac,... per poi inevitabilmente richiedere in prestito con diritto di riscatto un mezzo storico, la bici nera in alluminio marcata "DOSI" dell'intramontabile zio, sulla quale per lui, appoggiarvi il deretano dovrebbe causare un'emozione incontenibile generata sia dalla stima ed ammirazione incondizionate per le imprese che lo zio appunto, ha portato a termine in passato sia per quelle che sempre lo zio, senza cadere in una galera oramai senza fine, avrebbe potuto compiere in futuro, oscurando queste nuove e vecchie (soprattutto Burghy) generazioni di tisici...
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