Cari Re dei Cavalcavia, Vi invito a consultare i siti meteo riguardanti le località che attraverseremo domani (Arabba, Corvara etc.). NON SI PREVEDE UNA GOCCIA DI ACQUA NEL NS. PERCORSO!!!! Quindi preparatevi ciclo e abbigliamento adeguato ai 9 gradi che troveremo sui passi e soprattutto....sveglia alle 5!!! Al telefono i dettagli....Ciao. Burg.
2 commenti:
Complimenti vivissimi alla giovane accoppiata valdagnese (el capea e gigio666) che si sono dimostrati combattivi, leonini e predisposti ad una sana sofferenza ciclistica nell'affrontare e sconfiggere i Moloch dolomitici!! Benvenuti nel club degli scalatori. Prossima fermata: GAVIA. Nel 2010.....Burg. P.s. Un saluto al Direttore che puo' autodefinirsi come il contrario degli aggettivi sopracitati....
I timori che, giustamente, mi pervadevano nei giorni antecedenti la partenza, dati il mio stato di forma fisica e il carente allenamento dell’ultimo mese e mezzo, si sono rivelati infondati.
Non so come ringraziare la stoica insistenza del Burghy e del Capela che ha rasentato più il “lavaggio del cervello” che l’opera di persuasione, nel convincermi a partecipare.
Al di là della difficoltosa trasferta, ho goduto dei panorami e dei percorsi ciclistici più belli del mondo, degni di giustificare una sana sindrome di Stendhal, il tutto con una dispendio energetico assolutamente sostenibile.
Sebbene le sette ore di macchina per un giretto in bici siano una vittoria di Pirro dal punto di vista del mio “bao”, che ancora ha le sembianze di un paramecio se raffrontato al colosso insito nel mio compaesano dei Ruari, ritengo che gli scenari visti, già gelosamente custoditi nei miei cassetti della memoria, avrebbero meritato anche sacrifici maggiori. Per farla breve: no me son mai godù cusì tanto in bici!
Di un altro fatto sono contento: ho giustamente ridimensionato le leggente relative alcune imprese ( leggi Pordoi o Sella), che se affrontate pedalando si rivelano meno inespugnabili di quanto mediaticamente è dato immaginare.
A onor del vero anch’io ho subito il mio “crisone”, superato solo tramite la prodiga spinta del nostro Scout e grazie alla distrazione generata dal fagocitare la barretta di Ritter, fino ad allora ritenuta superflua, proprio nell’ultima parte del Campo longo: a detta di tutti poco più di un falsopiano, il che è foriero del mio reale stato di forma.
Seguiranno testimonianze visive dell’impresa per noi che vorremmo ma che non possiamo.
Una eco ancora rimbalza tra gli splendidi speroni dolomitici: “ Direttore Calamaro!”
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