venerdì 1 giugno 2012

Zangu, il vicedirettore: il suo approfondimento.

Zangu e il Monte Pelmo
 Ultimo giorno di fine maggio, già tempo di bilanci e considerazioni sugli appuntamenti
della stagione che verranno, da quando ho annunciato il mio ritiro dalla scena agonistica,
ai tempi della lontana olimpiade pechinese, per passare ad un ruolo ridimensionato e all’inizio
difficilmente digeribile di cicloturista, ho potuto più volte pedalare assieme ai miei
vecchi compagni di squadra che ancor oggi, nonostante i mediocri risultati di sempre,
riescono a trovare inaspettate risorse e motivazioni.

Considerazioni personali:

mi permetto esprimere il pensiero personale sui singoli personaggi più o meno pittoreschi
con cui ho avuto modo di condividere pensieri e momenti sportivi, nella speranza che
tutti loro possano trarre ulteriori motivazioni e consapevolezza su loro stessi:

Orazio, il fenicottero di Santa Bertilla:

Rappresenta il nuovo, ha iniziato da poco a correre e gareggiare, dotato di un fisico brutto
da vedere ma alquanto redditizio per la disciplina sportiva praticata, alto metri 1,85 per
65 kg rapporto peso potenza straordinario, possiede enorme potenziale, si tratta di
vedere il suo apprendimento nello stare in gruppo e di affrontare le discese, dopo di che
sarà anche lui pronto per far parte del team Essegidue di cui fanno già parte i nostri
campioncini, il giovane Toniolo e Nino Mediolanum (a tal proposito mi riallaccio a quanto
detto in passato dal direttore, questi benedetti giovani escano allo scoperto, dicano una
volta per tutte se intendono ed amano pedalare per diletto e pura passione dilettantistica
o se invece aspirano, come ritengo giusto sia vista la giovane età e quel bisogno di
soddisfazione e di centrare certi obbiettivi, al raggiungimento di determinati risultati
agonistici).

Tom Bonnet Vouchler, il leone di Montegaldella:

che dire, è l’essenza del ciclismo, dello sport di pura fatica testa bassa e pedalare, senza se e
senza ma, potrebbe mettere in borraccia del buon vino rosso, affronta la più dura
granfondo del circuito nazionale come fosse una passeggiata di salute, ciclista d’altri tempi,
giù il cappello.

Burghi:

è l’emblema del ciclismo di oggi, bugiardo, nasconde se stesso e le sue mosse, addirittura
colpi di teatro in corsa (si narra che per non tirare il gruppo abbia simulato un crampo con
il rischio di far cadere i poveri ciclisti che per un solo attimo hanno avuto la fortuna di
battezzare la sua ruota posteriore), con il suo doping naturale ottiene il massimo risultato,
sempre e comunque, il  cicloturista più intelligente che abbia mai conosciuto, l’incubo
di molti miei colleghi, in primis il cuginastro lo ha sempre sofferto e sempre lo soffrirà,
il Mourihno del ciclismo, atteggiamenti che possono a dir poco infastidire, ma per fortuna
che c’è in questo ambiente, ne ho i coglioni pieni del buonismo gratuito dei vari Prandelli
di turno.

Il ciclista per definizione, a 360 gradi, Capitello Nicola, il direttore:

libri, romanzi, novelle potrebbero essere scritti su questo personaggio che da più di
15 anni delizia il mondo delle due ruote, una storia la sua da libro cuore e per questo
molto apprezzata da quella classe media che è patetica per definizione, la storia di un
uomo cha ha dovuto fare tutto da solo contro tutto e tutti, la natura è stata assai
ingenerosa con lui, bassa statura, tozzo, sgraziato, tutto tranne che una predisposizione
per lo sport, eppure ancora oggi trova la forza ed il coraggio di mettersi in discussione
cercando di conseguire a fine anno lo scudetto del prestigioso, sapendo in cuor suo
essere un obbiettivo minimo; vederlo arrancare in salita con questa pedalata pesante
e sgraziata, guardarlo meglio per notare come abbia l’arto inferiore destro esattamente
la metà dell’altro, fa pensare e rabbrividire al tempo stesso, da portare ad esempio ai
propri giovani figli, da dire loro “ se ce la fatta lui” avete l’obbligo morale e sociale di
farcela anche voi, uno volta lo slogan delle nostre generazioni era “ uno su mille ce la fa,
ma come è dura la salita” ora per le nuove generazioni lo slogan è “ce la fatta Capitello,
sorridete alla vita”.

Conclusioni:

e’ il mio primo pezzo da vicedirettore, questa la nomina ufficiale ricevuta dal Capitello,
dovrete abituarvi al sottoscritto ma una cosa posso tranquillamente affermare, alla
veneranda età di 46 anni trovo molto divertente e salutare poter ridere e scherzare sui
miei amici e su me stesso, come è dolce navigar in questo mar…………

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